Yoda si sbagliava, o l'apologia del fallimento in Star Wars VIII


Con queste parole quasi quarant'anni fa Yoda insegnava al giovane Luke Skywalker che rimuginare sulle proprie capacità, valutare la difficoltà di un'impresa, analizzare i pro e i contro non servono a niente se non si decide di agire.

Quello che all'epoca era un mantra, in un universo narrativo che stava appena accennando a espandersi oltre un singolo film dal successo inaspettato (e opportunamente dimentico del Holiday Special), oggi sembra essere sovvertito, all'interno della sterminata e complessa vastità che questo universo ha assunto (dentro e fuori dalla narrazione). Anche se questo post non è propriamente una recensione dell'ultimo film, seguiranno spoiler.

Di The Last Jedi si sta parlando molto, com'era inevitabile che fosse, e mi pare di notare una generale tendenza alla delusione e scoraggiamento: Star Wars è morto, la Disney lo ha assassinato, JJ Abrams ha piantato il primo chiodo nella cassa, e ora Rian Johnson gli ha spalato addosso un cumulo di terriccio. Partendo dal fatto che non sono un fan oltranzista di SW, nel senso che non ho mai sentito lo stimolo di comprare una maglietta con Darth Vader e mi sono pure concesso il lusso di non guardare Rogue One e ancora non ne sento la mancanza, da parte mia la vedo in modo diverso. Star Wars non è morto, è cresciuto. E forse gli zii affettuosi che lo avevano visto nascere e muovere i primi passi non sono in grado di accettarlo.

Quando parlo di "crescita" non intendo necessariamente maturazione. Star Wars rimane lo stesso tipo di prodotto che era quando è nato (e no, non è fantascienza e non mi farete mai dire il contrario), e se cambia la sensibilità e il gusto del pubblico nel corso dei decenni è normale che lo si segua. E questo Episodio VIII riesce finalmente a raccogliere il coraggio necessario da fare un passo importante: accettare il fallimento come possibile risultato.

In The Last Jedi, tutti falliscono. Da una parte e dall'altra, buoni e cattivi (per quanto già queste categorie si fanno meno distinte), vecchi e giovani, meccanici e generali:

- Poe Dameron porta a compimento il suo attacco all'incrociatore ma con perdite devastanti, e viene degradato.
- Finn e Rose non riescono a disattivare il radiofaro.
- Il piano di evacuazione della viceammiraglio viene scoperto.
- Snoke viene ucciso senza cerimonie dal suo apprendista.
- Il generale Hax non riesce a mantenere il controllo del suo esercito e si ritrova sotto il controllo di Kylo Ren.
- Rey non riesce a "convertire" Kylo nonostante il loro legame appaia forte e combattano insieme contro i soldati di Snoke.
- Kylo Ren non riesce a distruggere la resistenza e si fa ingannare da Luke Skywalker.
- Luke è costretto a sacrificarsi e soprattutto rivela il suo momento di debolezza durante l'addestramento di Ben Solo, che è stato l'origine vera e propria di Kylo Ren.

Non c'è un solo personaggio il cui piano abbia funzionato e che si possa dire soddisfatto di come le cose sono andate. A confronto anche con L'impero colpisce ancora, notoriamente il capitolo più cupo della saga, in cui i protagonisti si trovano alla fine in una brutta situazione, qui le cose sono anche peggio, perché nemmeno i cattivi hanno guadagnato qualcosa.

E quindi anche Yoda è costretto ad ammettere, parlando con Luke: il fallimento è il maestro migliore. Forse anche lui ha finalmente capito i suoi errori, quegli errori compiuti dalla casta Jedi che Luke stesso ammette, in un dialogo che serve a dare una maggiore consistenza anche ai prequel, il cui senso adesso si può considerare proprio l'idea di mostrare un clero decadente che non è stato in grado di proteggere la Repubblica. Forse provare è proprio quello che bisogna fare.

Con tutto questo non voglio dire che The Last Jedi sia un capolavoro. Come qualunque film ha delle imperfezioni, qualche buco di trama, tempi comici non sempre azzeccati, qualche punta di pandering troppo marcata. Ma nel complesso, riesce a mostrare finalmente qualcosa di diverso e tasmettere un messaggio chiaro: lascia indietro il passato, uccidilo se necessario. O almeno provaci...

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