Coppi Night 09/10/2016 - Essi vivono

Come ho affermato in altre istanze del Coppi Club, non mi piace commentare i film storici (non nel senso di "film di storia", intendo "film che hanno fatto la storia") o cult, per la semplice ragione che di solito il mio contributo al dibattito è pressoché nullo. They Live rientra a pieno titolo alla categoria del cult, grazie ad alcuni elementi fondamentali: epoca, regista, protagonista, idea, effetti speciali. La ricetta perfetta.

Ma in questo caso mi spingo ad affermare che di Essi vivono ho in effetti qualcosa da dire, qualcosa di controverso che mi varrà qualche nuovo nemico. Il fatto è che rivedendo il film oggi (per la terza o quarta volta, non so) l'ho trovato noioso per una buona parte.

Fermi coi forconi! Fatemi spiegare meglio. Non c'è dubbio che l'idea su cui si basa il film (adattamento di un racconto breve) sia fortissima, anzi ancora molto attuale, se non più di quanto lo fosse trent'anni fa. Non nego che alcune scene siano spassose e altre più intense, che l'intero film sia pervaso da un sentimento agrodolce che riesce a farti smarrire i punti di riferimento: bisogna ridere o preoccuparsi? Tutto questo rimane valido ed è il nucleo indissolubile del film, insieme alla strepitosa resa dei mostri invasori.

Ma, rivedendolo adesso, forse con un senso critico più sviluppato di quanto potessi averlo dieci anni fa, mi sono reso conto che la parte iniziale non passa mai. E non intendo che avrebbe dovuto essere carica di azione e sparatorie, film "lenti" li sopporto bene (e al tempo stesso mi annoiano anche le marvelate), ma per un terzo buono di film, più o meno fino a quando il protagonsita non trova i famigerati occhiali, non succede quasi nulla di concreto, e si passano interi minuti a seguire letteralmente lui che cammina da una parte all'altra. Le cose poi migliorano, ma non si sistemano del tutto: emergono alcuni buchi nella trama, persone che compaiono dove non dovrebbero essere, comportamenti poco coerenti, piani elaborati senza criterio. Insomma, tutt'altro che un prodotto ben costruito, sembra invece che alcune parti siano pure filler e le transizioni da una sequenza all'altra siano improvvisate senza una vera scrittura alle spalle.

Ma soprattutto, e questo proprio non lo ricordavo, diosanto quella musica che non si cheta un attimo! E arriva a essere insopportabile come certe pianolate di Manuel De Sica di cinepanettoniana memoria. Mi riferisco a questo pezzo, ripetuto in loop per tre quarti di film:


Quindi, ecco, stavolta siamo davanti a un cult che forse andrebbe ricontestualizzato. Non si può dire che sia un film "brutto", ma forse è invecchiato male, molto peggio di altri suoi coetanei. Continuerò a ricordarlo con affetto ma non so se vorrò vederlo di nuovo. Assimilato quello che aveva da trasmettermi, penso di poter evitare di risentire questa musichetta.

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