The Lost Room

Ricordate i tempi in cui le serie tv erano un prodotto di fascia inferiore rispetto al cinema e pure agli altri programmi televisivi? Sembra un'epoca lontana, eppure basta andare indietro una decina d'anni e si trovano tante di quelle produzioni minori, miniserie realizzate senza mettere nel cast attori candidati all'Oscar e senza rilasciare tutti gli episodi in un unico momento. Andando a grufolare in quell'archivio quasi dimenticato ogni tanto si può recuperare qualche piccola perla, nascosta sotto cumuli di prodotti effettivamente mediocri.

Tra queste c'è la miniserie The Lost Room, prodotta nel 2006 dall'allora SciFi Channel, composta da 3 episodi di un'ora e mezza circa, e sorprendente arrivata anche in Italia (suddivisa in 6 puntate). Si tratta di una serie sospesa tra fantascienza e fantastico, la definizione dipende principalmente dal modo in cui si interpretano gli eventi mostrati, che si basa sull'esistenza di particolari oggetti di uso comune ma con particolari proprietà al limite del magico.

La storia inizia quando il detective Joe Miller (Peter Krause) entra in possesso quasi per caso della chiave di un motel. Come scoprirà molto presto, la chiave può aprire qualunque porta, dando l'accesso a una camera d'albergo situata al di fuori dello spazio normale. Da questa "Stanza Perduta" si può poi uscire sbucando da una qualunque altra porta esistente nel mondo (purché la si conosca e la si possa immaginare). Inizialmente Miller pensa di restituire la chiave alla centrale di polizia, ma quando sua figlia (Elle Fanning, che è eccessivo definire attrice a questa età) scompare nella Stanza è costretto a intraprendere un percorso ben più complesso per ritrovarla, entrando in contatto e in conflitto con numerosi altri personaggi coinvolti con la Stanza e gli Oggetti.

Tutti gi Oggetti provengono dalla Stanza, ne sono stati portati fuori nel corso degli anni, e le loro proprietà sono state studiate. La maggior parte ha effetti pressoché casuali e scarsamente utili (l'orologio che cuoce le uova, il biglietto dell'autobus che spedisce in una cittadina del New Mexico), ma altri sono decisamente più potenti, come il pettine che ferma il tempo, la penna che fulmina, l'occhio di vetro che guarisce. La chiave rimane comunque uno degli Oggetti più importanti, perché appunto dà accesso alla Stanza e permette di spostarsi a piacimento.

La Stanza e agli Oggetti obbediscono a una serie di leggi, che Miller apprenderà gradualmente, man mano che incontra nuovi personaggi interessati soprattutto alla chiave. Ad esempio, la Stanza si resetta ogni volta che viene chiusa (è per questo che la figlia scompare), gli Oggetti sono indistruttibili ma non funzionano all'interno della Stanza stessa, gli Oggetti possono essere combinati tra loro per ottenere effetti più complessi e potenti.

Esistono centinaia di Oggetti, che in quarant'anni circa sono stati venduti, raccolti, cercati, perduti. Intorno a essi si sono formati alcuni gruppi di culto, più o meno invasati a seconda degli scopi. Secondo alcuni gli Oggetti sono frammenti di Dio, sparsi per il mondo dopo la sua morte, secondo altri sono pezzi di una realtà diversa dalla nostra derivanti da uno sciagurato esperimento. Esistono collezionisti che venerano gli Oggetti e vogliono raccoglierli tutti convinti di poter in questo modo acquisire la forza e l'onniscienza di Dio, altri si prefiggono invece di distruggerli, altri ancora vogliono semplicemente trarne vantaggio personale. Il povero Miller si trova invischiato in queste faccende (anche perché si dice che gli Oggetti si attirino a vicenda), e se dapprima vuole tenersene fuori, interessato soltanto a ritrovare la figlia, in seguito si rende conto che non può fare a meno di comprendere la storia della Stanza se vuole avere una possibilità.


Dal punto di vista tecnico The Lost Room non è una serie perfetta. La regia, i ritmi narrativi, gli effetti speciali, anche la recitazione non sono di buon livello, e in diverse occasioni sembra di trovarsi a vedere un b-movie da videocassetta. Ma quello che non ottiene coi muscoli, questa piccola serie coraggiosa lo guadagna con la testa. Lo spunto iniziale, e le successive diramazioni e implicazioni della storia, sono di una portata davvero notevole, e andando avanti cresce sempre di più la voglia di scoprire nuovi Oggetti, nuove regole, nuove fazioni. Le rivelazioni sono ben distribuite, e anche se alcune sottotrame sembrano non avere uno sbocco, contribuiscono comunque a fornire un quadro completo del mondo che ruota intorno alla Stanza Perduta.

La storia principale si conclude nelle tre puntate, ma rimangono abbastanza fili irrisolti da lasciare spazio per uno sviluppo ulteriore, e anzi da come vengono chiuse alcune trame secondarie è abbastanza chiaro che potevano già all'epoca esserci proposito per un seguito, che però non c'è mai stato. A mio avviso, in quest'epoca di continui reboot remake prequel interquel orthoquel, The Lost Room sarebbe un'ottima idea da riprendere e ampliare. Le potenzialità sono enormi per una serie di quattro-cinque stagioni, basta pensare a quanti Oggetti si potrebbero introdurre poco per volta e come questi interagiscono tra di loro, a mostrare l'Evento che ha dato origine alla Stanza, arrivare anche oltre l'attuale finale e dare qualche possible risposta sulla vera natura degli Oggetti. Il tutto, riproposto con un budget più consistente, tempi più lunghi e gli effetti speciali di oggi, potrebbe portare a una serie di grande impatto anche per gli standard attuali di saturazione del settore.

Se c'è qualche produttore là fuori, fateci un pensiero. I tempi sono maturi per ritrovare la Stanza Perduta!

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