Coppi Night 24/08/2014 - Silent Hill

Continua l'inspiegabile fame di horror del Coppi Club, stavolta addirittura a causa mia, visto che era il mio turno di proporre i film. Avevo incluso Silent Hill nella lista perché ne avevo sentito parlare spesso come un cult, soprattutto per l'ambientazione (tant'è che quest'inverno ricordo almeno una decina di foto su fb di paesaggi nebbiosi con commento "benvenuti a silent hill"). Ero anche al corrente che esiste un omonimo videogioco classico da sala giochi, anche se non ero sicuro se fosse nato prima il film o il gioco. A quanto ho appurato, è nata prima la versione videoludica e poi quella cinematografica, e l'esperienza mi dice che l'adattamento di film a partire da giochi è sempre un'operazione rischiosa, dagli esiti dubbi (Tomb Raider, Doom, Mortal Kombat!?). Aggiungo anche che il videogioco in questione mi ha sempre fatto piuttosto schifo, soprattutto per quella struttura in cui la visuale si muove da sola e punta dove sono i nemici, portando il giocatore su un percorso obbligato, mi risultava sempre frustrante.

Premesso tutto ciò, è facile capire che il film mi abbia lasciato piuttosto indifferente. Non so bene se la storia della bambina sparita fosse presente anche nel gioco (non sono mai arrivato così avanti e skippavo sempre l'introduzione), in ogni caso la presa che questa ha sullo spettatore è poco superiore a zero, anche perché i genitori si dimostrano estremamente negligenti e superficiali con una figlia che ha dei chiari disturbi psicologici. La madre si comporta anche ostile senza motivo nei confronti di una poliziotta (che pure esager nel farsi i cazzi altrui), mentre il padre (Sean Bean) si perde in una serie di ricerche che poi non lo portano a nulla, infatti non interverrà durante il climax finale. Certo non si può pretendere da un film del genere una trama avvincente e profonda, ma mi pare che qui non ci sia proprio sforzati di dare consistenza alla storia. Ci sono mostri, maledizioni, streghe, roghi, sette occulte, ma tutto rimestato in un calderone che non ha poi un gusto definito.

Il problema, ritengo, è che chi ha pensato di realizzare il film si è preoccupato esclusivamente di inserire riferimenti al videogioco, aspettandosi che lo spettatore una volta colti questi rimanesse soddisfatto senza porsi altre domande. Per questo ad esempio non c'è nessuna spiegazione della natura dell'uomo con lo spadone e la piramide in testa (di solito nel gioco morivo una volta arrivato a lui), che è sicuramente un ottimo soggetto da cosplay ma se ha un ruolo in tutta la vicenda non mi è dato di saperlo; lo stesso vale per gli scarafaggi con volto umano, e tante altre cose che non avendo capito non sono nemmeno in grado di indicare. Il finale poi che forse nelle intenzioni era "ambiguo" secondo me è solo tirato via, anche qui senza alcuna giustificazione, e si arriva ai titoli di coda con un grosso sospirone.

Forse l'unica vera innovazione di questo film è che Sean Bean, in questa storia, non muore.

Nessun commento:

Posta un commento