Coppi Night 23/02/2014 - Anchorman

Due settimane fa parlavo di Ben Stiller, citandolo come uno dei riferimenti per la commedia americana e paragonandolo ad altri suoi pari. Tra questi non ho elencato Will Ferrel, che è invece protagonista proprio di questo film: non è stata una mia svista, perché in effetti credo che Ferrel si possa considerare un esponente di un genere diverso, che rientra sempre nella tipologia della commedia ma vira più verso il surreale o demenziale. Sono esempi di questo genere film come Blades of Glory o The Ballad of Ricky Bobby. In ogni caso, il ruolo tipico di Ferrel è in un certo senso l'opposto di quello di Stiller: il primo infatti propone di solito personaggi grintosi, arroganti, vanagloriosi; Stiller invece è più sul dimesso, insicuro, ansioso. Sarà una deformazione professionale, ma vedo le loro differenze ben rappressentate dalla coppia fissa di Futurama Zapp Brannigan/Kif Kroker.

Anchorman è il tipico film incentrato su una specifica professione, in cui Ferrel interpreta il campione di turno che viene improvvisamente scalzato da un novellino. Qui la professione in oggetto è quella di conduttore televisivo, ed essendo ambientato nei primi anni 70 la novità è l'arrivo di una donna con ambizioni da anchorman (o anchorlady). Il team di giornalisti (anchorman, inviato, giornalista sportivo e meteorologo) rimane sconvolto dalla progressiva presa di posizione della ragazza, quando questa dapprima viene affiancata al conduttore e poi lo sostituisce del tutto. In realtà oltre al classico scontro tra gli avversari c'è anche un contatto diretto, poiché la nuova giornalista e l'affermato anchorman hanno una relazione che viene però messa in crisi proprio dalle divergenze professionali.

È proprio questo uno dei punti più deboli del film. Premesso non va ricercata una coerenza assoluta in un prodotto del genere che è chiaramente tendente al surreale (e l'apice del nonsene si ha nello scontro tra i team di giornalisti dei vari canali), mi è sembrata però quasi improvvisata la fugace relazione tra Ferrel e la ragazza, considerato che il nucleo narrativo si concentra più sulla loro figura professionale che personale. E anche se il coinvolgimento riemerge nel finale, questa stessa parte avrebbe potuto essere portata avanti sulle basi di semplice "stima reciproca" piuttosto che amore romantico. Anzi, in questo caso il messaggio sarebbe stato ancora più forte. Personalmente credo che la storia avrebbe retto benissimo, anzi forse meglio, senza la relazione, che oltre tutto sembra incoerente con gli stessi principi della donna, che rifiuta con sdegno le avances di tutti i colleghi (anche quelle dell'anchorman).

Un altro aspetto che mi è sembrato superficiale è l'ambientazione: si parla di anni 70, certo, ma a parte baffi e basettoni c'è poco altro che rievochi l'epoca, e sembra per il resto di trovarsi in una qualunque altra epoca moderna, visto che non ci sono elementi caratteristici di quel decennio. Questo d'altro canto rende la leggera patina satirica più attuale, visto che l'argomento di punta dei tg anni 70 sembrano essere le cazzate legate agli animali, e la storia-bomba dell'anno è il parto di un panda allo zoo. Si notano strane attinenze coi tg attuali...

A parte queste storture il film è sicuramente godibile, soprattutto per l'efficacia dei ruoli principali, tra cui spiccano (ovviamente) Will Ferrel e il collega del meteo, dichiaratamente idiota, che piazza la maggior parte delle gag più efficaci. Simpatici anche i numerosi cameo, da Vince Vaughn (per quanto non lo sopporti) al Ben Stiller di cui parlavo all'inzio, fino addirittua a Danny Trejo. Solito film di poche pretese ma valido per trascorrere una buona ora e mezza spaccata.

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