Consigli di ascolto per non addetti ai lavori

Qualche settimana fa ho dedicato un post a consigli di lettura per "non addetti ai lavori", formula con la quale indicavo alcuni libri che, pur essendo chiaramente "settoriali", appartenenti ai generi specifici di cui sono appassioato (fantascienza/horror/weird), possono essere apprezati anche da chi non ha familiarità con questi generi, e anzi nutre una punta di scetticismo verso di essi.

Allo stesso modo, adesso mi permetto di fare lo stesso con la musica. Su questo blog parlo periodicamente anche di essa, non spesso quanto di libri o film perché mi risulta piuttosto difficile (più che negli altri casi) riuscire a descrivere le suggestioni che essa suscita, ma un'idea dei generi che scorrono verso le mie orecchie dovrebbe essere chiara. E per lo più, si tratta di roba piuttosto lontana dal mainstream, che difficilmente vi capiterà di ascoltare in giro se non andate espressamente a cercarla.

Ecco quindi una lista in ordine sparso di dieci album (che considero lavori "completi", al contrario di singoli pezzi) di genere "elettronico", in mancanza di definizioni più appropriate, che credo potreste provare ad ascoltare. Anche in questo caso, non si tratta necessariamente dei miei "preferiti", ma di quelli che ritengo più adatti a essere apprezzati da un pubblico generico.


Apparat - Walls: la sua la chiamano "IDM" che sta per "intelligent dance music", e per quanto sia una definizione che odio (chi sei te per dirmi se una musica è "intelligente"?), dovrebbe dare un'idea del livello di considerazione di cui gode. Apparat spesso scrive e canta i propri testi, ma anche quando crea pezzi solo strumentali l'atmosfera è profonda e avvolgente. In questo album ci sono pezzi splendidi come Arcadia, Holdon e You Don't Know Me.



Moderat - Moderat: che poi è composto per un terzo dall'Apparat di cui sopra, trattandosi di un progetto di Apparat e dei Modeselektor (che sono due). Il genere lo si può considerare affine a quello dell'album precedente, ma qui c'è ancora una maggiore intensità nei suoni e nelle atmosfere, anche nei pezzi brevissimi ma forti come i due Porc #1 e Porc #2 oppure 3 Minutes of. Ci sono poi dei capolavori come A New Error e Rusty Nails.



Ellen Allien - Dust: possiedo diversi suoi album, ma questo probabilmente è quello che rende meglio per coloro che non sono abituati ai modelli tipici della techno, che sono più evidenti in album più vecchi. Qui ci sono invece contaminazioni più vicine alla musica sperimentale e ambient, con roba come Should We Go Home, My Tree, e Sun the Rain. Ci sarebbe anche un'ottima raccolta di remix, ma questa è un'altra storia.



Underworld - Barking: degli Underworld (che già conoscete, dai, sono quelli di Born Slippy) potrei consigliare forse tutti gli album, ma questo Barking, il più recente, forse esprime al meglio le loro possibilità al di là della techno in senso più stretto. Pezzi come Moon in Water, Always Loved a Film, Bird 1 e Scribble dovrebbero rendere l'idea di quello che intendo.




Fritz Kalkbrenner - Here Today Gone Tomorrow: del piccolo Kalkbrenner penso si possano apprezzare particolarmente i testi, qui al meglio in pezzi come Was Right Been Wrong e Right in the Dark. Inoltre manifesta sempre una certa propensione a mescolare l'elettronica a sonorità rock/country, come in Wichita Lineman e Sideways and Avenues, e mi pare che il connubio gli riesca bene.



Damian Lazarus - Smoke the Monster Out: questo è uno dei miei album preferiti di sempre, innanzitutto per la presenza di Moment, uno dei pezzi techno migliori dell'ultimo decennio. Ma anche le altre tracce, pur variando nei toni, hanno un loro significato e conferiscono al disco nel complesso un grande valore. La cosa quasi incredibile è quasi tutte le tracce dell'album sono semplici composizioni di sample come Cold Lizards e King of Fools, o brevi strumentali come Spinning e Diamond in the Dark. Eppure, funziona tutto alla perfezione.


Fairmont - Automaton: il più recente di quelli qui elencati, credo che questo secondo album di uno dei maggiori innovatori della scena elettronica degli anni 2000 riassuma in pieno le potenzialità di questo genere, quando viene declinato con la giusta misura di sentimento. Broken Glass, Old Ways, Faith, sono pezzi che al tempo stesso catturano per la loro energia e coinvolgono per la loro profondità.



Ruede Hagelstein & The Noblettes - Soft Pack: probabilmente la ragione del titolo è proprio che si tratta di una raccolta di pezzi "soft". E per dimostrare la mia neutralità ammetto che non seguo più di tanto questo autore, che non ritengo di punta. Tuttavia questo album è davvero affascinante, le tracce morbide e soffuse creano un'atmosfera avvolgente e malinconica, nonostante le melodie apparentemente semplici di pezzi come Berlin e Leaving the Center.



Ripperton - Niwa: a metà tra house e ambient, in questo album si trovano eccellenti pezzi strumentali e campionature ritmiche, insieme a tracce più complesse ma sempre estremamente emotive, tanto che alcuni "interludi" sono belli quanto i pezzi "veri". The Sandbox e A Simple Thing sono l'essenza di questa musica dolce.




Trentemoller - The Last Resort: qualcosa di suo dovevo metterlo per forza, e questo album, che è anche il primo, penso sia il più adatto. Lo stile di Trentemoller, che mescola l'elettronica con il rock e l'ambient, ha una potenza infinita, che si esprime ancora meglio nelle esibizioni live (in effetti ho anche un cd live tratto dal tour di questo album). Qui ci sono poi un paio di pezzi che hanno fatto la storia, dalla semplice ninna nanna Miss You all'epico Take Me Into Your Skin.



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