Coppi Night 03/02/2013 - Die Hard: Vivere o morire

Anche i film d'azione scarseggiavano da un po' nel Coppi Club. L'ultimo è stato I mercenari 2, a metà dicembre... e tutto sommato avrei sopportato senza difficoltà l'astinenza. Non perché non gradisca in senso generico questo tipo di film, ma perché quella corsa agli armamenti che negli ultimi anni ha preso piede in questo genere, portando a produzioni sempre più spettacolari ed esagerate, ha portato nella maggior parte dei casi a risultati deludenti. Infatti spesso la storia si riduce a una sequenza di inseguimenti, sparatorie e scontri ai limiti delle possibilità fisiche e ben oltre i criteri del comune buon senso, per non parlare degli standard morali messi in pratica dai buoni e dai cattivi.

La trama di Live Free or Die Harder, quarto capitolo della serie con protagonista Bruce Willis che interpreta il granitico McClane (vi siete mai chiesti da cosa deriva il nome del personaggio dei Simpson?), comincia con un attacco informatico a un centro dati supersegreto degli USA (Stati Uniti = Pianeta Terra), da cui poi deriva un ordine dell'FBI di fare fuori tutti gli hacker in giro. A McClane viene ordinato di andarne a prelevare uno, ma dal nulla la gente iniza a sparare distruggendo un appartamento in piena zona residenziale con un obice e da quel momento in poi non c'è più pace. McClane scorterà il ragazzo cercando di capire come sventare il piano malefico dei cattivi, e alla fine ci riesce. Se devo dire la verità, non ho compreso pienamente tutti i risvolti e i passaggi, perché il tutto mi è parso estremamente noioso e per una buona mezz'ora durante la parte centrale ho pure dormito (complice il fatto che ero posizionato sul divano invece che sulla solita sedia antiergonomica). Comunque nonostante le ferite, nonostante gli elicotteri abbattuti con le macchine e i jet abbattuti con le autostrade, alla fine Bruce sopravvive, la figlia torna a volergli bene, e tutto è pronto per il prossimo film.

Anche se non posso giudicare con pieno criterio la storia, ci sono alcune sequenze che bastano a far decadere la credibilità del film. Ho già citato le sparatorie ingiustificate (cioè, intendo ingiustificate anche dal punto di vista di chi apre il fuoco: possibile che i tizi che dovevano catturare l'hacker non avessero altri mezzi che montare su tutto questo casino, con l'evidente rischio di far scoprire l'operazione segreta e fallire la missione? Possibile che fosse così importante ammazzare il ragazzetto in quel preciso momento piuttosto che la mattina dopo appena usciva di casa?), ma ci metto anche cariche di esplosivo collegate non si sa in che modo ai pc dei suddetti hacker, persone che dopo essere state schiacciate tra un suv e una parete non riportano il minimo danno alla colonna vertebrale (non credo che basti conoscere le arti marziali per avere le ossa in titanio), e poi quel cazzo di jet da combattimento che si abbassa al livello della strada e rimane fermo in volo come uno stracazzo di colibrì! Naturalmente c'è la solita sproporzione tra il livello di letalità della pallottole sparate da McClane e quelle dei suoi nemici, ma questo va messo in conto in tutti i film d'azione. Ora, io so che un po' di spettacolarità va ricercata, ma un conto è far vedere qualcosa di esagerato come appunto ne I mercenari o Machete, ma qui il film pretende di raccontare una storia credibile. Purtroppo non è per nulla così, e l'intrattenimento ne risente. So di averli visti ma non ricordo gli altri Die Hard, e se tutta la serie ha questo tono ora capisco perché.

Nessun commento:

Posta un commento