Coppi Night 11/09/2011 - Zitti e mosca

Cerco di recuperare il ritardo di una settimana provocato dai problemi di connessione, e poco prima dell'inizio della Coppi Night odierna pubblico la recensione del film di domenica scorsa, che contrariamente a quanto dichiarato nell'ultimo post avevo in realtà già rivelato.
 
Io stesso ho votato per questo film, convinto soprattutto dall'ambientazione toscana, che mi è sempre gradita, e dalla presenza sia come attore (anche se in un ruolo marginale) sia come autore di Alessandro Benvenuti, personaggio per cui nutro una moderata stima professionale... o almen così era, fino all'obbrobrio finale del quarto innecessario capitolo di Amici miei, in cui è invischiato pure lui. In ogni caso, l'idea del paesino di provincia in fermento per l'imminente Festa de l'Unità mi attirava, anche se il film si è poi rivelato completamente diverso da quello che mi aspettavo.

Una serie di storie parallele (solo vagamente interconnesse) che coinvolgono personaggi di varia età, estrazione e obiettivi, dai ragazzetti bighelloni tra i quali figurano per la prima volta su schermo gente come Pieraccioni, Ceccherini e Paci, agli anziani e sfiduciati sostenitori del Partito, dai bambini curiosi alle coppie in crisi. Situazioni che hanno a volte del comico, ma più spesso del grottesco, in chiave piuttosto malinconica e in certi momenti del tutto drammatico. Per cui, anche se è presente quella vena di toscanità che in altre occasioni era la colonna portante della pellicola, e pure molti degli attori sono gli stessi, questo film viaggi su toni del tutto differenti, e lascia infine un certo senso di perdita e fallacità dell'esistnza, che si concretizza negli ideali che svaniscono, i rapporti che si incrinano, le vite che finiscono. E forse alla fine dei conti, il personaggio che più sembra a suo agio nel mondo che viene presentato è proprio il giovane ritardato interpretato da Benvenuti stesso.

Un film completamente diverso da quello che pensavo, ma, che se non mi ha divertito, nemmeno mi ha deluso. Anche se vederlo una seconda volta sarebbe probabilmente una sofferenza.

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